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Adone il seduttore per eccesso di potenza sessuale è condannato all'impotenza. Marcel Detienne, storico e antropologo della Grecia antica, risale alla nascita del mitico personaggio dall'albero della mirra per delineare l'opposizione tra il bellissimo giovane e la terribile dea Demetra, tra gli aromi e il grano, tra quel che rappresentano gli uni e l'altro: eccitazione e norma, vanità e utilità. Adone è dotato di un'esuberante vitalità ma a lui si associano giardini sterili, fatti bruciare al sole della canicola, feste disordinate, che esaltano lo sfogo sfrenato della passione, provocato dai profumi al colmo dell'estate e pervertitore dell'istituzione matrimoniale. Così è tutto un ordine celeste e sociale che viene sconvolto. Come osserva Claude Lévi-Strauss,"la scrittura di insolita grazia" di Detienne non cessa di rivelare i legami del mito di Adone con altri miti apparentemente "primitivi", imperniati sulla seduzione erotica e le sue più varie manifestazioni, aprendo inedite prospettive alla ricerca antropologica.